“PRET À GOURMET” // Lo «Stress Code» delle Feste!

«Pret à Gourmet» lo spazio F&F di parallelo tra look e tavola, curato da Novella Fumo: dissertazioni di una blogger in bilico tra la 42 imperfetta e l’avversione della bilancia!.

Le Feste stanno per impazzare: “cosa mi metto?” & “cosa mi mangio?” confronto senza esclusione di battute!

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Natale, Capodanno, matrimonio, laurea, 18°, 50°, l’anniversario o il compleanno di Fido: ogni occasione è buona per «farti la festa»!
E le feste piacciono a tutti, sono un’opportunità per incontrare amici e parenti, per stare insieme, divertirsi, magiare e bere, insomma una gioia per grandi e piccini, come il Natale: almeno lo erano fino a qualche tempo fa.
Poi a guastarci la festa, anzi le feste, è subentrata questa moda malsana di imporre un tema, un leit motiv, un dress code che diventa “stress code”, un fil rouge al quale impiccare il nostro entusiasmo.

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Sì, perché ogni festa ha il suo festeggiato, o chi ne fa le veci nel caso dei minorenni, e il festeggiato gode di una sorta di immunità e può fare le richieste più bizzarre senza che nessuno lo mandi a cagare pubblicamente, mentre in privato viene ricoperto d’insulti.
Ma questa non è l’unica patologia di cui soffre: esiste anche una mania ossessiva compulsiva che lo spinge a fare di tutto pur di guadagnarsi il primato della festa più spettacolare, più originale, più memorabile, al netto di un’irrefrenabile mania di protagonismo.
Per raggiungere il suo scopo, non si accontenta di essere l’attore principale, ma diventa regista e direttore artistico della festa, in cui gli invitati non sono che una parte della scenografia.

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E ora passiamo in rassegna il temario, ossia il ventaglio dei temi che di party in party ho dovuto svolgere per potermi guadagnare il diritto di partecipare alla festa, dopo aver fatto regolare “regalo”, sia chiaro, o aver partecipato alla lista (altra discutibile moda recente).
I colori? Rosso burlesque, blu Cina, verde Tiffany, fucsia bordello, silver Barbarella, verde Chartreuse: tutti vanno bene, anche i meno usuali, l’importante è che non siano di moda l’anno della festa o gli anni immediatamente precedenti, così impazzirete prima di trovare il vestito adatto. Se avete culo, sarà di moda l’anno successivo!

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Il colore chiaramente è quello che sta meglio alla festeggiata e che a voi magari sta di merda.
Nota bene: una volta ho partecipato a una festa il cui tema era black&white ma la festeggiata s’è presentata vestita di rosso fuoco: che dritta!
Anni 20, 30, 40, 50, l’importante è che non siano questi in cui viviamo: se generalmente siete abituati ad andare alla ricerca dell’abito giusto, in questi casi prima dovete studiare storia del costume. Solo dopo esservi fatti una cultura sulla lunghezza della gonna, l’altezza della vita, lo scollo e gli accessori, avrete la certezza che è impossibile trovare qualcosa di adeguato e decente: alla fine vi presenterete alla festa con qualcosa di più improvvisato della tenuta da casa e sarete ridicoli.
Si va dal cinema allo stile jungle, dal circo al carioca e l’hippie, dal Christmas al Gold o la fantascienza, in genere il festeggiato in questione ritiene che due festività come halloween e carnevale siano troppo poche per i travestimenti e ne inserisce una terza coincidente col suo compleanno.

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Accessori? Cappellini, piume, marabù e paillettes, il male minore e la richiesta più facile da accontentare: in genere si ripiega su un accessorio che viene abbondonato un attimo dopo il momento degli auguri.
Nota bene: alla richiesta delle piume avrei voluto presentarmi con un pennuto in gabbia ma… non ho la mania di protagonismo, ho solo quella ossessiva compulsiva.

Una volta arrivati alla festa, nell’impossibilità di sfoggiare la tua bellezza, come una moderna Rosalina, non ti resta che sgambettare e lanciarti sul buffet.

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E sarà in quel momento che scoprirai gli outfit più strabilianti, le mise più artistiche, quelle che avresti voluto indossare tu, ma ti è stato impedito dallo stress code: colori perfettamente abbinati, consistenze paradisiache, anche il bio, una volta contadino e rozzo, si è elevato a raffinatezza e eleganza.

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Salse morbide come velluto, impiattamenti con lo stesso bilanciamento dei colori di un bellissimo tessuto e di un’opera pittorica.
Composizioni che vorresti portare come un cappellino o appuntate sulla giacca.

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La tavola è la sfilata a cui tutti vorremmo partecipare, l’ultimo scampolo di libertà: è democratica e tollerante, soprattutto cogli intolleranti (al glutine, al lattosio, alle uova) e permissiva (coi vegetariani, vegani e fruttariani)!

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Quindi: se coi menù delle feste diventiamo sempre più rispettosi verso i gusti e le esigenze dei nostri ospiti (con soluzioni senza lattosio, senza glutine, senza zucchero, vegetariane o per bambini), perché vogliamo che si sentano a proprio agio e possano mangiare di tutto, allora perché per quanto concerne il look pretendiamo di decidere pure il colore delle mutande?
Possiamo mangiare tutto e mettere niente. E vissero tutti sazi e scontenti!

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di Novella Fumo

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