STREET LIFE IN NAPLES: la Sanità secondo Noemi Medolla

Urban graffiti e street art cambiano i connotati e i colori delle città dalla periferia ai quartieri più reconditi e storici.

È la declinazione più sagace e spontanea dell’arte: quella che fa il giro del globo e non passa per gallerie e musei, partendo dall’inferno delle favelas del pianeta e arrivando fino in cielo col tam tam silenzioso dei veri poeti contemporanei, dai Banksy più enigmatici ai nostri Jorit appassionati ed energici. Sono l’urlo e l’innamoramento, la denuncia e la satira, la pace e l’invettiva, l’amicizia e la rabbia, il credo e l’ateismo, la storia e la politica: tutto, raccontano tutto.

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Rione Sanità, Borgo dei Vergini e i Cristallini: tra botteghe, bancarelle, pizza, trattorie, palazzi nobiliari, monumenti, archeologia, basiliche e catacombe si svelano ad ogni angolo, vicolo e facciata le opere dei grandi autori e writers da ogni dove, quasi a rendere reverenza al crogiuolo di memoria che si dipana dagli ipogei greci alle mura romane, dai luoghi di culto e arte del ‘600 napoletano o le famiglie regie del ‘700, fino alle citazioni di Totò (che lì è nato), Pino e Maradona per diventare nuova storia per le generazioni a venire.

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È questo l’inedito racconto del team “Napoli con i Napoletani” nei loro tour guidati in Centro Storico, riproposto in un’insolita edizione «family & friends in zona arancio» con Noemi Medolla che ci ha appena regalato un ammaliante itinerario di storia, luoghi, colori e resilienza.

«Eternamente tra legale e illegale, tra stupore e timore – racconta Noemi –  la Sanità è così chiamata perché un tempo luogo salubre per corpo, mente e spirito: aria pulita e serena, i nobili Palazzi dello Spagnuolo o Sanfelice, i luoghi di culto, le Catacombe di San Gaudioso e San Gennaro. E anche via principale che dalla città, cinta da mura, portava fuori e conduceva re e regine verso il Poggio di Capodimonte. Perde tuttavia la sua importanza sociale, culturale ed economica nell’800 in seguito alla costruzione del ponte sopra la Sanità (voluto da Gioacchino Murat), che porta direttamente alla Reggia e taglia fuori il Rione da tutto ciò che è socialità, cultura e appartenenza. Cala così un improvviso sipario su questo pezzo di città, un buio che porta il “male” a dilagare a radicalizzarsi per giorni, mesi e anni fino all’epoca contemporanea. Ma è proprio nei giorni nostri coi colori e l’eclettismo dell’arte urbana e soprattutto con la voglia di riscatto della gente del posto che inizia un’era di denuncia, di protesta e in pochissimi anni quei vicoli bui si sono tinti col colore della rinascita. In breve tempo i muri del Rione Sanità iniziano a colorarsi con messaggi di speranza, soprattutto grazie agli stessi abitanti e alla spinta di alcuni commercianti col coinvolgimento della municipalità».

Borgo Vergini, Vico Buongiorno: colazione al Bar Sciò e di fronte si incontrano subito: Mowgli dall’artista argentina Irene LasivitaI volti di donna e La benedizione di Dio del messicano Addi Facte. Riflettete, gente! Riflettete…

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A vico Misericordiella c’è il prorompete murale del collettivo emiliano FX (autori della serie di Madonnelle dell’Adesso) in cui una Madonna e un Gesù Bambino dai tratti afro tirano via un demone dal corpo di un piccolo angelo: titolo Nun mescà e fantasm cu ll’angiul.

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Poco appresso in via Mario Pagano il variopinto ed enorme pezzo del napulegno Antonio Cotecchia, realizzato a ottobre 2020 in omaggio a Eduardo e Massimo Trioisi come tributo alla virtù della Sincerità, che sta lentamente sparendo in un mondo in cui le emozioni si appiattiscono.

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Più dentro, di fronte alla pizzeria “Concettina ai tre Santi” c’è via Montesilvano, ribattezzata Vicolo della Cultura, in cui la onlus Opportunity di Davide D’Errico, che qui gestisce un bene confiscato alla camorra, col supporto di Toraldo caffè ha creato nel 2019 le Edicole della Cultura, dove al posto dei santi e delle Madonnine (le edicole votive nascono nel ‘700 dall’intuizione di padre Gregorio Rocco, che per illuminare i vicoli bui di Napoli e contrastare la delinquenza decide di affiggere agli angoli delle strade immagini della Madonna, dando il compito agli abitanti del luogo di tenerle sempre illuminate), vengono  esposti libri e fumetti a disposizione della gente del quartiere.

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In questo vicolo si ammirano la opere di Mario Schiano (immagini di Sophia Loren, Eduardo e Totò) e Gianluca Raro (foglie colorate).

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A ridosso di vico Lammatari (cosi chiamato perchè qui in passato c’erano le botteghe degli amidari, fabbricanti di amido) s’incrocia un’opera del brasiliano Alex Senna tutta in bianco e nero (pare sia daltonico) in cui il romanticismo e le emozioni caratterizzano i suoi personaggi dai caratteri quasi fumettistici. Pochi passi più avanti si ritrova Cotecchia con Maradona e Pino Daniele e poi ancora Senna con Il Pianista.

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In Piazza Sanità campeggiano due murales giganti dello spagnolo Tono CruzLuce realizzato nel 2016, in cui sono rappresentati i volti dei bambini della Sanità, faro di speranza e cambiamento futuro, e Totò & Peppino ne La banda degli onesti realizzato nel 2020, a ridosso della pandemia, in cui il padre della Sanità, Antonio De Curtis, è monito e messaggio per tutti.

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Su una parete della Chiesa di Santa Maria alla Sanità si staglia invece l’opera ResisTiAmo dell’argentino Francisco Basoletti: un uomo e una donna che si sorreggono. L’opera rappresenta la storia vera di due ragazzi del quartiere che con la forza dell’amore hanno combattuto una terribile malattia. Questo murale è il primo in Italia sulla facciata di un edificio religioso ed è stato fortemente voluto da Padre Antonio Loffredo, parroco della chiesa.

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Di Basoletti anche l’impressionante negativo di un’anziana donna poco più avanti sulla facciata d’entrata a La Tenda, il centro d’accoglienza fondato nel 1981 da Don Antonio Vitiello.

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Il tour termina poco appresso con l’opera di Jerico Cabrera, artista filippino, che sul pilone del Ponte intitolato alla memoria di Maddalena Cerasuolo (eroina della seconda guerra mondiale che durante le 4 giornate di Napoli impedì la distruzione del ponte da parte dei nazisti), rappresenta due giovani che si stringono in forte abbraccio e che i giovani del quartiere hanno ribattezzato Tieneme ca te tengo.

info: info@napoliconinapoletani.it

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testo e foto di Salvio Parisi

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