CORONA TIME – «Tu si comm’ a na rosa, rosa maggese»: in Fase 2 il “dolce” omaggio al Principe de Curtis

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Maggio delle rose e Fase 2 di restart e rinascita: arriva il più dolce delivery (o asporto) in città.

Tra le icone e i titani nella storia di Napoli, Totò non è solo un passaggio obbligato, ma il trait d’union tra antico e moderno, un riferimento di orgogliosa appartenenza e l’emblema di quella saggia ironia partenopea.

Al suo garbo austero e al suo nobile ottimismo si ispira la dolce (è proprio il caso) iniziativa di Mario Di Costanzo e Giuseppina Conte, apprezzato pasticciere dal tocco patinato il primo e intraprendente coordinatrice di un centro polifunzionale per minori la seconda. Rispettivamente da piazza Cavour e il quartiere Sanità, passando per l’amicizia longeva con Liliana De Curtis, Mario e Giuseppina s’inventano un dessert della “ripartenza” che con l’aura e le parole del Principe innesca una gara di quella solidarietà che tanto ha accompagnato la quarantena degli italiani e colmato i “panieri” dei napoletani.

 

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«Una coccola per il cuore e il palato – dice la Conte – questa torta è un auspicio di primavera per tutti e un concreto aiuto per quei bambini e adolescenti meno agiati di cui la nostra onlus Centro Diurno Progetto Oasi si prende quotidianamente cura».

Un package essenziale e prezioso racchiude la torta semplice e golosa, svelando per prima «‘A cchiù bella», la più accorata poesia del Principe, stampata sull’involucro interno, e poi il ritratto di Totò impresso a mo’ di stencil sulla torta circolare.

 

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«E questi – sottolinea il patissier – sono i tre ingredienti simbolo del “Dolce Totò”, come l’abbiamo battezzato: il caffè, così caro ai Napoletani che tanto hanno sentito in due mesi la mancanza “e na tazzulell ‘e cafè” al bar; poi un caramello salato, dopo tanta amarezza e malinconia una nota dolce e pungente, proprio come la comicità di Totò; e infine il cioccolato, quindi l’ingrediente più appassionato e ghiotto soprattutto per i bambini».

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Tu si ‘a cchiù bella cosa ca tene stu paese,
tu si comm’ a na rosa, rosa… rosa maggese.
Sti ccarne profumate me metteno int’ ‘o core
comme fosse l’essenza, l’essenza ‘e chist’ammore.

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di Salvio Parisi

 

 

 

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