Sreet life in Naples: a spasso per il miglior “cibo di strada”!

Vivere a Napoli senza mai attraversare corpo e anima quel “ventre” che Matilde Serao ha affrescato tra le sue righe intense di amore ed esplorazione antropologica, vuol dire davvero non averne mai avvertito quel pulpito che preme sotto il diaframma, sentito quel batticuore infuocato o goduto quel sorriso che conquista!
“Scinne cu mmè”, cantavano Mimì e Murolo.
Abbiamo seguito il consiglio ed eccoci in un’assolata giornata di luglio in giro per il caotico centro città col preciso desiderio di goderci un itinerario di incontri, passioni e ..“mangiare con le mani”!

Appuntamento con Rita Quaglia, Lucia Rocco e Fulvio Tudisco di Napoli@Hoc, la pluripremiata App (nonsolo)turistica che con un sistema di geolocalizzazione/navigazione guida a mò di linea metrò attraverso tappe e punti d’interesse storico & enogastronomico doc, spiegati “come lo farebbe un napoletano” ma in più col know-how ed esperienza delle due archeologhe e copyrighter (Rita col Gambero Rosso e Lucia su riviste e blog).

Ci siamo scambiati qualche info su luoghi (..non comuni), persone (..personaggi) e storie (di ordinaria eccellenza) e abbiamo tracciato di concerto un mini-percorso di colazione, sfizi, brunch, stuzzicherie, finger, spuntini e golosità decisamente veraci con cui soddisfare ogni piacevole bisogno del palato e dell’anima: provare per credere! ☺

1 – Le sfogliatelle di Attanasio
Se chiedete a un gruppo di napoletani dove mangiare la sfogliatella, vi diranno almeno 5 o 6 pasticcerie diverse. Perché la sfogliatella è una questione quasi politica, ognuno ha il suo punto di vista. Su Attanasio però non c’è storia, si raggiunge l’unanimità. Non è un caso che il locale dietro Piazza Garibaldi sia aperto da più di ottant’anni. Dai forni immediatamente dietro al bancone escono di continuo delizie ricce e frolle o in versione “santarosa”. E’ questa la cifra distintiva di Attanasio: si ha sempre la certezza che siano appena sfornate.
E ..cretedeci, fa davvero la differenza!
Vico Ferrovia 1-2-3-4
www.sfogliatelleattanasio.it

2 – I taralli di Leopoldo
Non si può parlare di cibo di strada a Napoli se non si citano i taralli ‘nzogna e pepe.
Sono il top gustati sul lungomare accompagnati da una bella birra fredda!
E parlare di taralli è praticamente sinonimo di Leopoldo, il più celebre tarallificio di Napoli. La produzione del laboratorio è ampissima (dalla pasticceria alla pasta fresca), ma il must restano gli inconfondibili taralli. Con all’interno le mandorle intere non pelate, sono uno spuntino irresistibile, un distillato di napoletanità!
Via Foria 212
www.leopoldo.it

3 – La pizza fritta add’a Masardona
Il quartiere Case Nuove non è dei più conosciuti o di passaggio. Bisogna andarla a cercare con un po’ di buona volontà, la Masardona. È un avamposto di napoletanità, tradizione e mangiare verace. La friggitoria esiste dal 1945, quando questo tempio della pizza fritta fu fondato da donn’Anna Manfredi, detta Masardona da un complimento di un signore dell’epoca che così appellò la piccola Anna per avergli portato un messaggio: così eran chiamati i portaordini dei capo briganti nel periodo post Unità.
L’attività va floridamente avanti a tutt’oggi, magistralmente gestita dal nipote Enzo Piccirillo con sua moglie Anna, virtuosi di accoglienza e cordialità. Neanche a dirlo la pizza fritta è sublime in tutte le sue classiche declinazioni (cicoli, ricotta e pepe o col salame napoletano): per tradizione si gusta in piedi, avvolta nella carta, talmente calda da fumare. Raccomandatissima anche la small-version, il battilocchio (o piscitiello): parola di Genny Pugliano e del mitico Marco Ferrigno da San Gregorio Armeno!
Via Giulio Cesare Capaccio 27 (Quartiere Case Nuove)

4 – Le patate fritte di Queen’s Chips
Ecco un must dello street food internazionale: la patata fritta olandese.
Un’eccezione assai benvenuta nelle nostre strade: nonostante la diversa nazionalità, il cono di chips aggiorna formidabilmente le nostre abitudini sugli sfizi gastronomici frugali, dando il via a un vero e proprio trend alimentare.
Grazie al nuovo brand partenopeo “Queen’s Chips” la tradizione olandese da Amsterdam arriva in Italia e soprattutto in Campania con questa golosa specialità, che attecchisce anche sui nostri palati, grazie al sapore verace e anche al condimento con squisite salse aromatizzate di origine belga.
Easy & take away, le patate olandesi, importate in esclusiva e tagliate sempre fresche, hanno caratteristiche uniche: pasta compatta, gusto deciso e soprattutto adatte ad esser preparate col metodo della frittura.
In poco tempo sono già l’heavy rotation tra i nostri giovani (ma non solo) ad ogni angolo di strada!
Torre del Greco e Salerno (più Roma e Ostia); nei prossimi giorni Portici, Sorrento e Cava de’ Tirreni.
www.queenschips.eu

5 – O’pere e o’muss & a’carna cott: Antica Tripperia O’Russ
La trippa, il cibo di strada per eccellenza: c’è chi non la ama, altri la venerano. Noi siamo tra i secondi. Un pò nascosta tra piazza Carlo III e il quartiere di San Giovanni e Paolo, O’ Russ è una piccola tripperia, con una storia di oltre sessant’anni, gestita dalla deliziosa famiglia Daniele, prevalentemente femminile: tutte gentili e bellissime le figlie e la moglie d’O’Russ!
Qui la trippa è talmente buona, soprattutto ben cucinata, che i clienti portano al mattino una pentola vuota e la ritirano piena a ora di pranzo o in pomeriggio. E se è vero che la trippa è saporita anche solo condita con sale e limone, provate quella al sugo o con le patate: vi lascerà senza parole!
Via S. Eframo Vecchio 68

6 – La pizza a portafoglio da Di Matteo
Da Spaccanapoli a via Tribunali: pieno centro storico. Percorrendolo a ora pranzo ci s’imbatte nella folla che assedia la storica Pizzeria Di Matteo. Fatevi strada e avvicinatevi alla vetrina: ecco spiegato l’arcano. Qui dal 1936 si celebra il sacramento dello street food made in Naples: la pizza a portafoglio! Con 1 euro vi verrà consegnata la sacra pizza piegata in quattro nel canonico foglio di carta. Va mangiata così, in piedi, con le mani, senza pensare al galateo o alle colature di pomodoro. Perché è questa la vera essenza della pizza, la veracità: un‘esperienza del gusto e dell’anima.
Via Tribunali 94
www. pizzeriadimatteo.com

7 – La granita di Lello
Mentre si fa shopping al corso Garibaldi o semplicemente passando per l’affollato mercato di Porta Capuana capita di notare un pò di folla presso un chioschetto all’angolo. E se vale il detto che dove c’è folla si nascondono le migliori delizie, allora non indugiate e fate la fila per La Granita di Lello! Non ha niente a che vedere con le classiche granite tutto sciroppo e aromi. Qui la frutta, sia di stagione che secca, è protagonista: rinfrescante, rigenerante, ma soprattutto buona, questa granita non ha niente da invidiare alle più famose cugine siciliane!
Via Casanova 94

8 – O’babbà da Capparelli
L’origine del babbà: è polacco, fratello del savarin francese o partenopeo? Come sia arrivato a Napoli questo straordinario esempio di arte pasticcera a noi non importa granché! Quello che conta è che realizzare il babbà napoletano è un’arte, un sapiente equilibrio tra consistenza e bagna (né troppo alcolica, né troppo dolce). Quindi rendiamo onore al merito e vi consigliamo quello di Salvatore Capparelli a via Tribunali. Di grande dimensione, classico o farcito, il babbà del Capparelli (ex “Capriccio”) è buonissimo. Mangiarlo per strada, stando attenti che la bagna non coli, è un vero piacere dei sensi.
Via Tribunali 324

9 – O’cuppetiello alla Friggitoria del Porto
Al tramonto sulla darsena a Pozzuoli davanti al dedalo di vicoletti il sole batte sull’insegna della Friggitoria del Porto.
Rosario Stinca ci accoglie con la sua proverbiale cordialità e uno squisito accento di Marechiaro (..“dove oltre 25 anni fà ho cominciato davanti ai fornelli”)! Dopo Giappone, USA, Libano, Germania e Francia, ha deciso di venirsene a Pozzuoli, culla del pesce fresco, a indorare nell’olio bollente le prelibatezze del nostro mare: pesce azzurro, tonno, gamberi, calamari, cozze e polipi, fritti e proposti in ogni variante. Palma d’oro al suo superbo cuppetiello, tracimante di calamari, “raschetelle”, gamberi e alici.
Very special mention per il suo squisito Kemàr, una pita di tonno alla piastra con insalata, pomodori, cipolla e salse, ottima risposta al Kebab di agnello, manzo o pollo d’origine turca.
Largo San Paolo 21 – Pozzuoli

 

di Salvio Parisi e Simone Marigliano

 

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