Villa Marina a Capri: arte e letteratura del primo ‘900 col design e la cultura gastronomica di oggi.

Non è solo la magia dell’isola o il fascino della bella stagione, ma mettendo piede a Capri si avverte immediatamente una suggestione speciale che ti culla tra relax, malìa della storia e l’inevitabile seduzione del bello. Ogni colore, dettaglio, profumo o musica sembra sempre nuovo e più inebriante.

Risalendo lento pede da Marina Grande, percorri le prime curve e dopo poco guardi in alto sulla destra e scorgi l’affaccio di un giardino di cui s’intravede solo un’amaca. E’ la Villa Marina di madame Francesca Guarino: verde, piccola e austera, val tutta la gioia di una visita, una pausa brunch o cena e un soggiorno relax & spa. Assai più che un boutique hotel con beauty farm e luxury restaurant, basta già attraversare la terrazza di aiuole all’entrata per respirare sin da subito un sapore di vacanza e benvenuto. Enrico Costa e Federica Guarino, front-man&woman del management, sono impeccabili ospiti che ci accolgono (..con una flute di Franciacorta satèn) e ci guidano tra gli interni del design bar con touch di oriente, vintachic e Riccio Caprese, ma ci raccontano con garbo la Capri del primo ‘900 che vive attraverso “pezzi”, opere d’arte o dettagli: originali omaggi artistici a Curzio Malaparte, Pablo Neruda, Axel Munthe, George Norman Douglas, Depero o Marinetti, memorabili abituè dell’isola a quei tempi, ai quali sono dedicate e nomenclate le 22 camere e suite del resort.

Ci spostiamo sotto il gazebo verde e incontriamo chef Manuele Cattaruzza, un friulano stregato dall’isola che dopo anni di notabili esperienze tra Venezia, Roma e Londra (passando persino alla corte di Sirio Maccioni) oggi orchestra i fornelli di Ziqù, il garden-ristò della Villa con vista sulla baia nel quale profonde passione indicibile e abile know how e dove proprio da pochi giorni ha condiviso a 4 mani una serata con Cristina Bowerman, la star-chef dall’inconfondibile chioma rosa fluo. La degustazione di Cattaruzza è semplice e «neo-tradizionale», ma stupefacente per sapori, profumi e appeal visivo: ce ne siamo innamorati..

Dopo la squisita esperienza (manco a dirlo) si riparte verso il porto, ma l’appuntamento è tra pochissimi pomeriggi al calar del sole per un esclusivo happy hour a bordo piscina (fondale in mattonelle Giò Ponti -ndr-), l’Aria Pool Bar, dove per tutta l’estate si potrà godere uno dei tramonti più suadenti e musicali di Capri: parola di Marcantonio (Blando) dj!

 

foto e testo di Salvio Parisi

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